Dalle alpi alle ande

Chi siamo

Tutto il mondo è patria nostra (San Luigi Guanella)

Il comitato promotore

 

● Mario Abele Fumagalli – Sindaco di Bene Lario
● Pietro Berra – giornalista e scrittore, presidente associazione Sentiero dei Sogni
● Roberta Scheggia – volontaria impegnata dal 2004 nella raccolta di documenti sull’emigrazione da Bene Lario e Grona
● Mirna Ortiz Lopez – cittadina cilena residente a Como, webmaster impegnata nella ricerca e digitalizzazione di documenti e testimonianze relative all’emigrazione dal Lago di Como al Cile e viceversa
● Paola Arias – fotografa cilena

 

Il comitato scientifico

● Domenico Albasini – architetto cileno responsabile del progetto di ristrutturazione di Casa Maldini Tornini a Copiapò
● Giovanni Maria De Agostini – presidente dell’associazione Italgeo, con sede a Como, che conserva carte geografiche e documentazione fotografica dello zio Alberto Maria De Agostini, missionario salesiano, ma anche cartografo, fotografo e cineasta, che nella prima metà del XX secolo mappò la Patagonia cilena, fino ad allora “terra incognita”
● Rodolfo Reyes – nipote e rappresentate legale dei nipoti di Pablo Neruda, poeta e Premio Nobel cileno, che nel 1952 fu ospitato in Italia da Edwin Cerio, ingegnere e direttore dei lavori di costruzione della ferrovia transandina, realizzato con l’impiego di migliaia di operai italiani
● Don Luigi Bollini, parroco di San Bartolomeo in Como, curatore delle celebrazioni del beato Giovanni Battista Scalabrini (2020-2025, 150° di quando fu a sua volta parroco di San Bartolomeo), comasco noto come il “vescovo degli emigranti”, cui è intitolata la Fundaciòn Scalabrini di Santiago del Cile
● Marta Cecilia Pigazzini – coordinatore Wikimedia Italia-Lombardia
● Stefano Dal Bo – referente di Wikimedia Italia per musei e biblioteche

Il progetto

Uno dei fenomeni sociali che hanno contraddistinto la storia d’Italia, in questo caso più che mai legata a quella del mondo, è stata la grande emigrazione. Tra il 1861, anno dell’unità nazionale, e lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1915, si calcola che siano emigrati 9 milioni di italiani, di cui circa un milione e 400mila lombardi. In questa grande storia, d’Italia e mondiale, riveste un eccezionale interesse, per almeno tre motivi, il fenomeno migratorio che ha coinvolto la comunità di Bene Lario: il primo emigrante, Pietro Maldini, fu un pioniere, perché partì sotto il Regno Lombardo-Veneto, nel 1843, per evitare di servire l’occupante austroungarico, contro il quale Milano e Como si sarebbero sollevate quattro anni più tardi; Maldini stesso, e dopo di lui circa la metà del paese, scelse come approdo, a differenza della maggior parte degli italiani che si fermarono in Argentina, il Cile, dove fino al 1910, quando fu costruita la Ferrovia Transandina, si arrivava attraverso un difficile percorso a piedi e su carri attraverso le Ande; gli emigranti hanno mantenuto un legame con il paese d’origine fuori dal comune, come dimostrano i diversi
manufatti costruiti negli corso di oltre cento anni a Bene Lario con il loro contributo, nonché il fatto che nelle liste elettorali siano iscritti ben 195 cittadini che vivono in Cile a fronte di 265 residenti in paese. Considerando il forte l’interesse per l’emigrazione da Bene Lario (e Grona: una volta parte dello stesso Comune di Bene Grona) al Cile, esistente sia nel paese di origine (nel 2004 fu allestito un temporaneo “piccolo museo dell’emigrazione”) sia in quello di destinazione (a Copiapò è stata ritrutturata nel 2019 la casa Maldini Tornini, riconosciuta come museo di interesse nazionale dal governo cileno, e a Caldera è in funzione la Casa Tornini, museo di rilievo regionale), si propone il progetto “Dalle Alpi alle Ande”, con l’obiettivo di realizzare sia un supporto multimediale (sito Internet, facilmente convertibile in app e postazione multimediale da consultare all’interno di musei esistenti o futuri) che uno spazio fisico (un museo dell’emigrante), dove raccogliere storie e materiali preziosi, che rischiano di andare dispersi.

Il progetto

Uno dei fenomeni sociali che hanno contraddistinto la storia d’Italia, in questo caso più che mai legata a quella del mondo, è stata la grande emigrazione. Tra il 1861, anno dell’unità nazionale, e lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1915, si calcola che siano emigrati 9 milioni di italiani, di cui circa un milione e 400mila lombardi. In questa grande storia, d’Italia e mondiale, riveste un eccezionale interesse, per almeno tre motivi, il fenomeno migratorio che ha coinvolto la comunità di Bene Lario: il primo emigrante, Pietro Maldini, fu un pioniere, perché partì sotto il Regno Lombardo-Veneto, nel 1843, per evitare di servire l’occupante austroungarico, contro il quale Milano e Como si sarebbero sollevate quattro anni più tardi; Maldini stesso, e dopo di lui circa la metà del paese, scelse come approdo, a differenza della maggior parte degli italiani che si fermarono in Argentina, il Cile, dove fino al 1910, quando fu costruita la Ferrovia Transandina, si arrivava attraverso un difficile percorso a piedi e su carri attraverso le Ande; gli emigranti hanno mantenuto un legame con il paese d’origine fuori dal comune, come dimostrano i diversi
manufatti costruiti negli corso di oltre cento anni a Bene Lario con il loro contributo, nonché il fatto che nelle liste elettorali siano iscritti ben 195 cittadini che vivono in Cile a fronte di 265 residenti in paese. Considerando il forte l’interesse per l’emigrazione da Bene Lario (e Grona: una volta parte dello stesso Comune di Bene Grona) al Cile, esistente sia nel paese di origine (nel 2004 fu allestito un temporaneo “piccolo museo dell’emigrazione”) sia in quello di destinazione (a Copiapò è stata ritrutturata nel 2019 la casa Maldini Tornini, riconosciuta come museo di interesse nazionale dal governo cileno, e a Caldera è in funzione la Casa Tornini, museo di rilievo regionale), si propone il progetto “Dalle Alpi alle Ande”, con l’obiettivo di realizzare sia un supporto multimediale (sito Internet, facilmente convertibile in app e postazione multimediale da consultare all’interno di musei esistenti o futuri) che uno spazio fisico (un museo dell’emigrante), dove raccogliere storie e materiali preziosi, che rischiano di andare dispersi.